Biografia di Don Giovanni Brandolese (1920-1988)

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La linea del tempo con le tappe più importanti della vita di Don Giovanni, realizzata dagli allievi di 1° Op.Amministrativo di Fondazione L. Clerici


Don Giovanni nasce a Barbona, paesino in provincia di Padova il 17 febbraio 1920, ma la famiglia si trasferisce presto in Lombardia alla ricerca di migliori condizioni di lavoro. A dodici anni entra nel seminario di Venegono dove percorre tutto l’iter fino alla ordinazione che avverrà il 29 maggio 1943, ad opera del cardinale Schuster cui resterà sempre molto legato.

La sua prima destinazione è Canegrate dove rimarrà fino al maggio 1965. Si occupa quindi dell’oratorio e ai ragazzi e ai giovani che lo frequentano dedica tutta la ricchezza della sua umanità. In questi anni diventa un punto di riferimento per tanti, giovani e meno giovani, del paese coinvolgendoli nelle diverse attività ed anche nella realizzazione della Chiesetta di sant’Antonio in un quartiere che ne era sprovvisto.

Don Giovanni negli anni ’40

Nel 1965 arriva a Pescarenico come Vicario prima e, tre anni dopo, si insedia come parroco in una situazione complessa: Don Giovanni ricostruisce la parrocchia, innanzitutto come comunità dei fedeli. La messa domenicale e la celebrazione dei sacramenti sono gli strumenti principali per questo. E poi la porta sempre aperta della sua casa, la disponibilità per le confessioni, l’attenzione a tutti soprattutto ai più bisognosi. Il rilancio del bollettino parrocchiale che ora si chiama “Il Campaniletto” i cui numeri si aprono sempre con una parola del parroco: “Carissimi…”

Il ritrovamento di un’antica pergamena secentesca attestante la consacrazione dell’altare alla Madonna Immacolata gli suggerisce di dar vita alla “Sagra de Pescarenech” una manifestazione in cui si fondono la devozione alla Madonna e le tradizioni popolari che culminano con la competizione sportiva tra le varie contrade della parrocchia.

Mette mano anche alle strutture della parrocchia che necessitavano di forte manutenzione: l’oratorio di San Gregorio, poi la Chiesa parrocchiale e l’oratorio femminile.

Con don Giovanni la parrocchia non ha confini. Il carcere è una delle sue cure più attente: per questo servizio il Comune di Lecco gli assegnerà nel 1984 la Civica Benemerenza.

Don Giovanni nei primi anni’80

Nei primissimi anni della sua presenza a Pescarenico risponde positivamente al nascente movimento di Comunione e Liberazione che cercava un luogo in cui celebrare settimanalmente la messa per la Comunità: sarà ospitata dapprima nell’oratorio femminile e poi nella chiesa parrocchiale . L’accoglienza verso il movimento porterà frutto: diverse famiglie sceglieranno di stabilirsi a Pescarenico condividendo la vita della parrocchia.

Nel 1988, ai primi sintomi della malattia che lo accompagnerà fino al suo dies natalis, restituisce al suo arcivescovo il mandato di parroco e, dopo un breve periodo Milanese presso la parrocchia di Niguarda dove è parroco don Fabio Baroncini, ritorna per i suoi ultimi anni nella amata Canegrate che non lo aveva mai dimenticato.

TESTO DI GIULIO BOSCAGLI